La Quarantana: accoglienza, integrazione, condivisione – Galleria fotografica

“Quando una tradizione raccoglie abbastanza forza per andare avanti per secoli, non può essere cancellata in un giorno solo”, ci ricorda Chinua Achebe, il padre della letteratura africana. A Ruvo di Puglia la storica tradizione della Quarantana, continua a splendere grazie all’ ostinatezza di cittadini attivi che amano ricordare, ricostruire e tramandare.

Riscoprire le tradizioni, far sentire tutti parte della stessa comunità, rompere la quotidianità di chi vive condizioni difficili. Sono questi i valori che hanno ispirato, cinque anni fa, il progetto “Quarantana Insieme”, promosso dall’Associazione Noixvoi Onlus.
Anche quest’anno la magia si è ripetuta e, in sinergia con altre associazioni di Volontariato, ha ripreso vita la Quarantana solidale. Con la preziosa collaborazione del maestro Michele Montedoro, vero specialista dell’arte antica di costruzione dei rituali fantocci quaresimali, i ragazzi e i volontari delle associazioni A.I.A.S. e Ali di Scorta, hanno creato la loro personalissima Quarantana. Presenti anche l’assessora alle politiche sociali, Monica Montaruli, affascinata dalla modalità di costruzione del fantoccio, e il maestro Pietro Stragapede che ha deliziato i presenti con le sue significative e toccanti poesie in dialetto.

Una tradizione, questa, che affonda le sue radici in antichi rituali propiziatori pagani, poi legati al tempo quaresimale con l’avvento del Cristianesimo. Anche in questa Quarantana sono presenti tutti gli oggetti simbolici che la tradizione ruvese prescrive: l’arancia, simbolo dell’inverno che giunge al termine per lasciar spazio alla primavera e alla gioia della risurrezione; le sette penne di gallina, infilzate nel frutto, ad indicare le settimane di Quaresima; il fuso, rappresentativo del lavoro femminile e dello scorrere imperterrito del tempo; il sarago, alimento insolito che simboleggia le ristrettezze culinarie prepasquali; l’immancabile veste nera, segno di riconoscimento del lutto e della penitenza.

La serata si è conclusa con un momento di musica, brani suonati al pianoforte e una grande festa.

La Quarantana riproduce un’opportunità di riscatto per i ragazzi dell’Associazione A.I.A.S., spesso dimenticati dalla comunità e lasciati in balia della monotonia quotidiana. Pochi conoscono le loro peculiarità e questa può essere l’occasione giusta per riscoprirli e dargli il giusto valore.

Il prossimo appuntamento è fissato per martedì prossimo 13 febbraio, quando il simpatico fantoccio, tra balli, canti e festeggiamenti, verrà posizionato su corso Cotugno.

Nessuna impiccagione, sia chiaro! Ma solo un modo intelligente per non dimenticare il passato che rischia spesso di scomparire. La Quarantana rappresenta per Ruvo un’emergenza da valorizzare e da rispettare nei suoi più intimi significati. La Quarantana è accoglienza, integrazione, condivisione, è il passaggio dall’Inverno alla Primavera, dal buio alla luce, dalla morte alla rinascita.

 

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