Monopoli, la mia prima volta in Puglia

C’è stato un tempo in cui la Puglia mi appariva lontanissima. Il momento giusto per andarci non arrivava mai e con le sue facciate bianche, il suo mare trasparente e la sua immagine un po’ misteriosa di trulli disseminati sulle colline io l’ho attesa a lungo nei miei inverni torinesi. L’ho ascoltata nei racconti degli amici che avevano i parenti giù e che a fine estate tornavano carichi di buon umore favoleggiando di epiche mangiate a base di lampascioni e burrata, friselle e lupini.

Adesso posso dirlo: sono stata molto fortunata ad aspettare: la mia prima volta in Puglia è stata a ‪Monopoli‬, che mi ha tenuta a battesimo con un’accoglienza generosa e un calore che non dimenticherò. Perché Monopoli, lasciatemelo dire, è davvero un posto speciale.

Chi abita sulla Costa di Bari conosce bene Monopoli per le sue spiagge e calette suggestive: la sua è una posizione strategica per visitare il Salento e la Valle d’Itria, e a pochi chilometri ci sono Polignano Ostuni. Alberobello è così vicina che confina con una delle 99 contrade monopolitane, che insieme formano il mosaico variegato di un entroterra di muretti a secco e masserie, tutto sui toni del bianco, del verde e dell’ocra.

Quello di Monopoli è un territorio che ha saputo mantenere intatto il suo carattere originario: lontano dai picchi del turismo di massa e con prezzi ancora contenuti offre ottime sistemazioni e svariate attività ai suoi visitatori. La genuina accoglienza dei monopolitani mi ha conquistata subito. Il centro storico, tra i suoi vicoletti e balconi fioriti, chiesette e i palazzi signorili, oggi è un fiore all’occhiello di cui andare fieri, ma in passato non era così: passare per le vie del centro era considerato poco raccomandabile, e riesce davvero difficile crederlo oggi che appare così straordinariamente bello.Per orientarvi in questo dedalo di viuzze bianche potete contattare l’Associazione Pietre Vive, che organizza visite e percorsi guidati. Dalla Chiesa Rupestre della Madonna del Soccorso alla Chiesa di Santa Maria Amalfitana scoprirete le leggende locali, come quella della Cattedrale di Maria Santissima della Madia con la sua sacra icona, rocambolescamente arrivata a Monopoli con una zattera dal mare, e che ora veglia sulla città. Poi colonne infami, resti di necropoli e antichi presbiteri, mistici portali gotici ornati da spettacolari bassorilievi.Vi consiglio di lasciarvi guidare dall’istinto e perdervi un po’ in questi magici snodi, per scoprire l’incanto delle piazze e innamorarvi dei chiassi, i piccoli cortili dove la vita scorre con i ritmi di una volta. Proprio al Caffé del Chiasso (che è anche un Albergo Diffuso) ho preso il mio primo aperitivo insieme ai favolosi ragazzi dell’OTMonopoli, l’associazione di operatori turistici monopolitani che mi ha guidata alla scoperta della città. Camminando per il centro arriverete a Porta Vecchia, che con sua spiaggetta cittadina offre uno scorcio bellissimo. Qui si può fare un po’ di stand up paddleboarding con vista sulle mura.In Piazza Garibaldi potrete concedervi un’aperitivo al Premiato Caffè Venezia, da sempre uno dei ritrovi preferiti di Monopoli: io mi sono fermata qui per chiacchierare un po’ con i locali. Di fronte, al circolo dei pescatori, ho riscoperto il potere di un gesto: c’era questo gruppetto di signori seduti a chiacchierare, pensavo di fotografarli. Il signore in mezzo, vedendo che puntavo la macchina fotografica verso di loro mi ha detto Scatta, scatta, e io ho scattato. “Com’è venuta?” mi ha chiesto lui. “Una meraviglia!” gli ho risposto io. E mi ha sorriso, con questo gesto soddisfatto.Dopo pochi passi uno degli scorci più caratteristici: il Porto Vecchio con le reti e i tipici gozzi blu dei pescatori, praticamente una cartolina. così come questa magnifica vista: una città costiera si ammira nella sua interezza soltanto uscendo in mare, come abbiamo fatto noi con il Caicco Yasemin Sultan e guardando Monopoli anche da un’altra prospettiva.Sul lungomare troneggia il Castello di Carlo Quinto: salite a visitarlo (qui gli orari) perché il panorama da lassù è bellissimo, e date anche un’occhiata al plastico che si trova al primo piano, in pratica è una cartina in 3D di Monopoli che vi aiuterà anche a familiarizzare con la topografia della città. Il Caffé Carlo Quinto, animatissimo la sera con i suoi aperitivi e super tranquillo al mattino, è un’altro di quei panorami sul mare che non si dimenticano. Perché il mare qui si respira, si vive, si sente fin dal primo istante, ma non c’è solo il mare. Qui è dove ho incontrato un signore speciale, ultracentenario, con cui ho chiacchierato per un bel po’.Con Apulia, la finestra sul mare – insieme alle guide dell’associazione culturale Koiné – ho visitato le meraviglie della Monopoli rurale. Un’escursione qui e vi sembrerà di conoscere questi posti da sempre: ognuno di questi ulivi pluricentenari ha una storia diversa da raccontare.Girando per le campagne in bici si entra in un’altra dimensione fatta di limoneti, masserie e straordinarie chiese rupestri. Non mi sarei mai aspettata di vedere affreschi risalenti degni dell’antica Bisanzio in seno una masseria! Io ho scoperto un territorio ricco e variegato, pieno di tesori nascosti. Quelli che mi piacciono tanto.

La contrada del Capitolo ospita lunghe spiagge sabbiose, a una manciata di chilometri dal centro città. Le calette monopolitane sono tantissime e tutte da scoprire: a me è rimasta nel cuore quella di Porto Ghiacciolo, che mi ha stregata con i colori del suo mare. Il nome non deriva dal gelato, ma prende origine da un fiotto di acqua fresca che sgorga tra le rocce della caletta. Per me è un posto unico e con un’atmosfera super estiva: l’acqua qui ha il colore del cristallo, e sullo sfondo di un antico scriptorium medievale c’è anche un ristorantino specializzato in piatti di pesce, perfetto per un aperitivo serale ma che per me resterà negli annali dato che è il posto dove ho assaggiato per la prima volta le cozze fritte.

Se amate i colori vi piacerà la colazione del Lido La Perla Nera a Porto Nero, una caletta splendida, affacciata su un tratto di mare trasparente. Da qui si gode di una vista privilegiata su Monopoli, con la possibilità di fare un tuffo già di prima mattina. Cominciare la giornata così è tutta un’altra cosa! Per l’aperitivo ci sono le megabruschette di Vini e Panini in Piazza Garibaldi, perfette per assaggiare i sapori tipici del territorio, tutti in una volta! Per cena c’è lo strepitoso Ristorante Piazza Palmieri, per una cena di pesce romantica e raffinatissima nella piazza più antica di Monopoli.Per la sera in contrada Cristo delle Zolle c’è Il Trappeto, che è un locale cult con tante terrazze, ricavato da una vecchia masseria: DJ set, cene a lume di candela e festa fino a mattina, qui si balla tutta la notte tra terrazze all’aperto e una caveau très chic, dove ancora campeggia l’antico frantoio.Il mio soggiorno non sarebbe stato lo stesso se non avessi dormito nell’adorabile B&B Le Contrade, una piccola gemma tutta sui toni del bianco, incastonata nei vicoletti del Centro Storico. Serena, rilassata e un po’ emozionata sotto questo cielo al tramonto, ho scattato dalla terrazza dell’hotel questa foto: era la festa dei Santi Cosma e Damiano e si sentivano in sottofondo la musica e le voci del centro storico, già brulicante di vita.Ci sono comunque diverse sistemazioni nel cuore delle città – come i deliziosi B&B San Martino e Carpe Diem – e anche in campagna, come il B&B Don Giovanni. Tenete presente che i muri nel centro storico sono molto spessi, e il cellulare spesso non prende; se siete alla ricerca di un’ottima scusa per staccare un po’, beh, l’avete appena trovata.Ho portato con me la voglia di tornare presto in Puglia, con più tempo per assaporare il territorio. Nel frattempo il sole l’ho portato con me, non solo metaforicamente! Nel bagaglio a mano sono riuscita a sistemante un po’ di pomodorini dolcissimi, che non a caso si chiamano solarini (il rosso è un colore che fa star bene) taralli, frisellecreme di pomodori secchi e cime di rapa. Se avessi avuto più spazio avrei portato via anche i favolosi vini de Lo sfizio di Vino, con cui ho brindato più volte. Ok, al Lido Marzà non ho resistito. Tra un bicchiere di bianco e una linguina agli scampi ho tirato fuori un cimelio che avevo portato da casa: una pedina del mitico Monopoly! Ho pensato di far provare al mio fiaschetto di legno una delle più grandi emozioni della sua vita, ritraendolo per scherzo nel suo “habitat naturale”, una spettacolare caletta monopolitana!

 

Di Elisa Chisana Hoshi

 

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