Con la presentazione del libro “La bellezza del caos” (Pubblicazioni Italiane, 2017) di Leo Tenneriello, ha aperto le porte, sabato scorso, fra la storia del Castello di Ruvo di Puglia, intimità domestica e arte un salotto letterario che, nelle intenzioni di Maria Stragapede, presidentessa dell’associazione culturale “Trame”, è destinato a far conoscere talenti e ad alimentare l’ amore per le conversazioni “sul bello e sul buono”.
Con Tenneriello, scrittore e cantautore tarantino, hanno conversato Gabriella La Macchia e Maria Pia Fracchiolla mentre il reading dei racconti “Mal di madre” e “Barba” è stato affidato all’attore Maurizio della Villa (Lo spietato, 2019….). Tenneriello, che si definisce “imbrattacarte” (titolo di una sua canzone), ne “La bellezza del caos” racconta venti storie di quotidianità ordinaria, simili ai blocchi di marmo in cui solo gli occhi di Michelangelo vedevano la bellezza del movimento, dell’azione, della vita.
I protagonisti dei racconti sono apparentemente dei “perdenti” che, grazie a un accidente – il famoso “punto di innesco” del viaggio dell’eroe – quale la beccata di un corvo; un ragazzino che non riesce ad attraversare la strada; l’incontro con un folle barbuto e una platea vuota – si “risvegliano” e riscoprono la grande forza che li anima ridiventando empatici e ritornando a prendersi cura di sé stessi e degli altri.
La crisi è rottura, ma anche opportunità di toccare la bellezza, «quell’abisso che contiene il creato, quell’abisso che contiene vita e amore». Una bellezza che per Tenneriello è soprattutto etica.
I racconti sono ricchi di citazioni colte, di rimandi musicali («le parole hanno bisogno di sostegno melodico – confida lo scrittore- per cui le canzoni danno fisicità alle parole») e sono un “prontuario” lieve, ironico e indulgente su come uscire dalle crisi recuperando fiducia in sé, conservando, tuttavia, quella dose di insicurezza che rende consapevoli delle fragilità umane.
La presentazione è stata arricchita dalle canzoni alla chitarra di Tenneriello tratte dai cd “Tenero dice” e da “Leo T. Kafka” (2013), scrittore amato dal nostro. La conversazione intorno alla bellezza del caos si è estesa anche al pubblico tanto che della Villa ha auspicato la fioritura di tanti salotti da cui possano irradiarsi parole sulla bellezza quale forma di resistenza al crescente odio sociale.
di Veronique Fracchiolla
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