“Sono davvero emozionato, ho le lacrime agli occhi, non sono abituato a tutto questo clamore e non mi sento un eroe, ma sono contento se quel che ho fatto può dare il buon esempio ai giovani: una vita viene prima di qualsiasi altra cosa“. Il giorno dopo aver salvato una donna finita con la propria auto in un sottopasso totalmente allagato, è stato ribattezzato “l’eroe di Francavilla”. Ma Luca Ortu, 45 anni, algherese, quarto di cinque figli, da 18 anni trapiantato in Abruzzo per amore, dove gestisce una tabaccheria insieme alla moglie, si sente un uomo normale. “Vengo da una famiglia di gente che lavora, tutto qui, e anche a Francavilla faccio una vita molto normale”.
La sua mente torna a quei momenti drammatici. “Non ci ho pensato neanche un attimo, non c’è stato tempo di aver paura, ho realizzato solo dopo, a casa, mentre parlavo con mia moglie e mio figlio, quel che era accaduto”, racconta Luca. Poi ancora: “Ho visto sbattere i pugni sul parabrezza, quella donna era incastrata e disperata, non ho avuto il coraggio di girare la testa dall’altra parte. Sono andato sott’acqua, a tre metri, sono entrato nell’abitacolo, per entrarci ho dato una forte gomitata e ho spaccato il finestrino”.
Soltanto più tardi, a mente fredda, Luca confessa di aver avuto paura. Ma nel frattempo per il figlio di 11 anni, che stava andando a prendere a scuola prima del salvataggio, lui è ormai divento un supereroe. “Mi ha chiamato Aquaman. Credo che sentirsi considerato come un eroe sia il sogno di tutti i papà, ma credo di più che l’importante sia trasmettere quei valori che porto con me dalla Sardegna. A cominciare dall’importanza della vita, degli essere umani, specie in un momento storico in cui molti mettono prima e avanti a tutto gli oggetti”.
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